Rudolf Laban è stato un danzatore, coreografo e teorico della danza ungherese. Il lavoro coreografico di Laban non potrà mai essere dissociato dalla sua attività sistematica di elaborazione concettuale del movimento. Secondo Laban esiste un rapporto diretto e costante tra la motivazione di un gesto (movimento) e la sua effettiva espressione.
Laban giunge a definire la significatività del gesto mediante movimenti centrifughi (dal centro verso la periferia) e centripeti (dagli arti verso il centro) distinguibili attraverso quattro condizioni che li rendono manifesti:
-l'uso di una particolare zona del corpo, la zona che si muove
-la direzione del movimento nello spazio
-il ritmo di sviluppo della sequenza motoria e il tempo in cui viene eseguita
-la posizione degli accenti e l'organizzazione delle frasi
La danza proposta da Laban è una danza LIBERA, che esplora l'intera gamma degli elementi del movimento. La danza moderna è basata proprio sulla coscienza del potere stimolante che il movimento esercita sulle attività della mente. L'impulso del movimento prende origine da effort interiori che nascono da impulsi, stati d'animo, desideri,.. e si manifestano consapevolmente e inconsapevolmente nei nostri movimenti.
sabato 27 luglio 2013
venerdì 26 luglio 2013
Esempi di esercizi-gioco
Qui di seguito descriverò differenti tipologie di esercizi-gioco, utilizzati all'interno di una lezione di Giocodanza.
L'obiettivo è quello di sviluppare le relazioni con i compagni e con l'insegnante, aiutare la conoscenza e la percezione degli altri, imparare il concetto di destra e sinistra, esercitare la memoria.
SVOLGIMENTO: i bambini sono in cerchio, seduti con le gambe incrociate, insieme all'insegnante che tiene nella mano destra il fiore e, dopo aver detto il suo nome, lo offre alla bambina che sta all sua destra, che lo prende con la mano destra e dice a sua volta il proprio nome, continuando il giro.
Gioco per la percezione corporea: "Le api laboriose"
L'obiettivo è quello di conoscere il corpo, sviluppare l'attenzione uditiva
SVOLGIMENTO: i bambini (le api) sono seduti all'interno del cerchio che rappresenta l'alveare e dormono. L'insegnante fa da guida: ad ogni sua frase corrisponde un'azione mimica. Quando dirà: "l'ape si sveglia", i bambini mimeranno l'azione del risveglio, poi faranno colazione e, al suono dello strumentino, usciranno dall'alveare e voleranno muovendo le braccia come se fossero ali. Al segnale sonoro ogni ape torna nel proprio alveare.
Gioco per l'ascolto: "Il sogno"
L'obiettivo è quello di educare all'ascolto e favorire l'immaginazione
SVOLGIMENTO: ascoltare un brano musicale ad occhi chiusi, sdraiati sul pavimento. Completamente rilassati i bambini si concentrano sull'ascolto, immaginando di fare un sogno. Terminato il brano si siedono, e si chiede loro che cosa hanno provato, quali sensazioni hanno avvertito.
Gioco di riscaldamento: "Il semaforo"
L'obiettivo è quello di riscaldare il corpo nella sua totalità, sviluppare l'attenzione uditiva e la memoria, aiutare la percezione corporea.
SVOLGIMENTO: viene chiesto ai bambini di danzare liberamente nello spazio; allo stop della musica i bambini dovranno fermarsi come delle statue, sentendo il corpo nella sua immobilità. Alla ripresa della musica, si riprende a danzare.
giovedì 25 luglio 2013
Esercizi-gioco di 1° e 2° ciclo
Nel programma del primo ciclo, che si rivolge a bambini di età compresa tra i 4 e i 5 anni, viene data importanza alla percezione dello spazio e alla consapevolezza del proprio corpo. Si incomincia a definire il concetto di disciplina, facendo accettare e conoscere quelle regole e quei codici che la Danza comporta.
Si inizia ad affrontare la tematica della postura del corpo e del suo concetto di allineamento, attraverso giochi dinamici e divertenti. La corretta postura del corpo è uno dei principali obiettivi del primo ciclo.
La maggior parte dei bambini non sempre ha un giusto atteggiamento posturale: devono quindi essere rinforzati gli addominali e i muscoli dorsali.
Il raggiungimento di una maggiore consapevolezza e conoscenza del sé corporeo costituisce nel secondo ciclo (6-8anni) uno degli obiettivi principali e la postura del corpo diviene un elemento fondamentale all'interno della lezione. E' molto importante in questa fascia d'età insegnare una giusta postura e un corretto allineamento corporeo. Tramite il gioco si conduce il bambino alla conoscenza e alla assimilazione di quei concetti basilari per la sua formazione psico-fisica.
Si inizia ad affrontare la tematica della postura del corpo e del suo concetto di allineamento, attraverso giochi dinamici e divertenti. La corretta postura del corpo è uno dei principali obiettivi del primo ciclo.
La maggior parte dei bambini non sempre ha un giusto atteggiamento posturale: devono quindi essere rinforzati gli addominali e i muscoli dorsali.
Il raggiungimento di una maggiore consapevolezza e conoscenza del sé corporeo costituisce nel secondo ciclo (6-8anni) uno degli obiettivi principali e la postura del corpo diviene un elemento fondamentale all'interno della lezione. E' molto importante in questa fascia d'età insegnare una giusta postura e un corretto allineamento corporeo. Tramite il gioco si conduce il bambino alla conoscenza e alla assimilazione di quei concetti basilari per la sua formazione psico-fisica.
La struttura della lezione
La lezione inizia con il rito dell'accoglienza. Può essere un rito entrare in ordine in sala e disporsi nell'angolino delle chiacchiere. Qui ci si saluta e l'insegnante illustra quello che verrà fatto durante la lezione.
La prima parte riguarda esercizi di conoscenza e di relazione chiamati giochi rompighiaccio. Segue poi la fase del riscaldamento, dove si riscalda il corpo nella sua totalità, aumentando il battito cardiaco.
La parte centrale della lezione, attraverso gli esercizi di postura, riguarda l'impostazione del corpo ed il suo corretto allineamento. Si toccano diverse tematiche, che variano di volta in volta e si riferiscono ai concetti fondamentali dell'educazione psicomotoria infantile: la percezione spaziale, il ritmo, il tempo, la percezione corporea,.. Molta importanza viene data all'utilizzo degli attrezzi-giocattolo che riscuotono molto successo ed è proprio per questo che di solito vengono inseriti a fine lezione. Infine si termina con il rito del saluto.
Vi sono tre diversi modi per poter cominciare una lezione: il 1° è quello che ho appena illustrato qui sopra e segue uno schema tradizionale; il 2° prevede di iniziare la lezione partendo da un gioco; il 3° invece prevede di iniziare la lezione partendo da un oggetto.
La prima parte riguarda esercizi di conoscenza e di relazione chiamati giochi rompighiaccio. Segue poi la fase del riscaldamento, dove si riscalda il corpo nella sua totalità, aumentando il battito cardiaco.
La parte centrale della lezione, attraverso gli esercizi di postura, riguarda l'impostazione del corpo ed il suo corretto allineamento. Si toccano diverse tematiche, che variano di volta in volta e si riferiscono ai concetti fondamentali dell'educazione psicomotoria infantile: la percezione spaziale, il ritmo, il tempo, la percezione corporea,.. Molta importanza viene data all'utilizzo degli attrezzi-giocattolo che riscuotono molto successo ed è proprio per questo che di solito vengono inseriti a fine lezione. Infine si termina con il rito del saluto.
Vi sono tre diversi modi per poter cominciare una lezione: il 1° è quello che ho appena illustrato qui sopra e segue uno schema tradizionale; il 2° prevede di iniziare la lezione partendo da un gioco; il 3° invece prevede di iniziare la lezione partendo da un oggetto.
mercoledì 24 luglio 2013
Il rapporto con la musica
Il movimento e la musica si svolgono entrambi nel tempo e nello spazio. Attraverso il corpo che si muove, si acquisisce la musicalità. che è data dall'ascolto di sé, dei propri ritmi (il battito cardiaco, il respiro).
Per il bambino è istintivo lasciar fluire dentro di sé la musica e "lasciarsi andare", adattando il proprio movimento al ritmo. Se la musica è per il danzatore un ulteriore mezzo per manifestare le proprie emozioni, per il bambino essa costituisce un nuovo stimolo, un incentivo per la sua danza personale.
Nel Giocodanza la musica non accompagna semplicemente la lezione, ma diviene talvolta una vera attività che si svolge con i suoni: ascoltare, danzare, suonare, immaginare,..
La musica aiuta il gioco: è un nuovo stimolo creativo in quanto costituisce un ulteriore veicolo di espressione, è un mezzo che favorisce la creatività e lo scaturire di emozioni.
La musica riveste un ruolo importante nel gioco corporeo ed è un supporto fondamentale per la lezione, di conseguenza la sua scelta deve essere accurata. Bisogna tener conto del gusto dei bambini,scegliendo cantilene, colonne sonore di cartoni animati, canzoncine e filastrocche,..
E' fondamentale educare i bambini all'ascolto, non solo per far notare stili e generi musicali diversi, ma facendo loro comprendere anche le sensazioni che la musica suscita.
"Il bambino canta prima ancora di parlare,
balla prima di camminare.
La musica è nei nostri cuori sin dall'inizio."
(Paul Brown)
Per il bambino è istintivo lasciar fluire dentro di sé la musica e "lasciarsi andare", adattando il proprio movimento al ritmo. Se la musica è per il danzatore un ulteriore mezzo per manifestare le proprie emozioni, per il bambino essa costituisce un nuovo stimolo, un incentivo per la sua danza personale.
Nel Giocodanza la musica non accompagna semplicemente la lezione, ma diviene talvolta una vera attività che si svolge con i suoni: ascoltare, danzare, suonare, immaginare,..
La musica aiuta il gioco: è un nuovo stimolo creativo in quanto costituisce un ulteriore veicolo di espressione, è un mezzo che favorisce la creatività e lo scaturire di emozioni.
La musica riveste un ruolo importante nel gioco corporeo ed è un supporto fondamentale per la lezione, di conseguenza la sua scelta deve essere accurata. Bisogna tener conto del gusto dei bambini,scegliendo cantilene, colonne sonore di cartoni animati, canzoncine e filastrocche,..
E' fondamentale educare i bambini all'ascolto, non solo per far notare stili e generi musicali diversi, ma facendo loro comprendere anche le sensazioni che la musica suscita.
"Il bambino canta prima ancora di parlare,
balla prima di camminare.
La musica è nei nostri cuori sin dall'inizio."
(Paul Brown)
Lo spazio e la sala di danza
Fino ai tre anni lo spazio è per il bambino, un luogo che non ha né forma né dimensioni ed il suo corpo costituisce l'unico punto di riferimento. Successivamente egli entra in contatto con i rapporti di vicinanza e di lontananza e più tardi lo spazio si configura come qualcosa di più concreto e vengono compresi concetti come davanti-dietro, in alto-in basso, dentro-fuori vicino-lontano, sopra-sotto,..
Il bambino imparerà a valutare l'orientamento nello spazio, ossia le direzioni, non solo del movimento ma anche del corpo, che dal suo spazio personale lo relaziona allo spazio circostante, ai suoi compagni o agli oggetti.
La sala di danza è un luogo vuoto da riempire. Ognuno di noi lo riempie con il suo corpo occupando una parte: questo è lo spazio personale, che ci racchiude. Intorno a noi abbiamo lo spazio generale, che ci circonda o nel quale possiamo spostarci.
La sala di danza è un piccolo mondo per gli insegnanti dove gli allievi rappresentano la società: qui si prende coscienza che insieme a noi ci sono gli altri, altre persone da rispettare, con le quali poter giocare, ma sempre osservando le regole.
Nel Giocodanza, l'utilizzo dello spazio all'interno della lezione è vario. Si usa spesso far disporre gli allievi in ordine sparso: questo perchè non solo si impara a riempire con ordine tutto lo spazio a disposizione, ma soprattutto perché ciascun bambino può mettersi dove vuole, sentendosi a proprio agio.
La sala di danza può essere suddivisa in più spazi, ognuno con una sua specifica funzione. Si potrebbe dunque creare uno spazio per fantasticare, uno dove verranno depositati gli oggetti e uno spazio per l'attività motoria, uno spazio per il rilassamento e anche uno dove poter parlare.
Il bambino imparerà a valutare l'orientamento nello spazio, ossia le direzioni, non solo del movimento ma anche del corpo, che dal suo spazio personale lo relaziona allo spazio circostante, ai suoi compagni o agli oggetti.
La sala di danza è un luogo vuoto da riempire. Ognuno di noi lo riempie con il suo corpo occupando una parte: questo è lo spazio personale, che ci racchiude. Intorno a noi abbiamo lo spazio generale, che ci circonda o nel quale possiamo spostarci.
La sala di danza è un piccolo mondo per gli insegnanti dove gli allievi rappresentano la società: qui si prende coscienza che insieme a noi ci sono gli altri, altre persone da rispettare, con le quali poter giocare, ma sempre osservando le regole.
Nel Giocodanza, l'utilizzo dello spazio all'interno della lezione è vario. Si usa spesso far disporre gli allievi in ordine sparso: questo perchè non solo si impara a riempire con ordine tutto lo spazio a disposizione, ma soprattutto perché ciascun bambino può mettersi dove vuole, sentendosi a proprio agio.
La sala di danza può essere suddivisa in più spazi, ognuno con una sua specifica funzione. Si potrebbe dunque creare uno spazio per fantasticare, uno dove verranno depositati gli oggetti e uno spazio per l'attività motoria, uno spazio per il rilassamento e anche uno dove poter parlare.
lunedì 22 luglio 2013
Il ruolo dell'educatore
L'insegnante è colui che guida gli allievi, fornisce loro gli strumenti ma fa in modo che essi sperimentino da soli. Ha la capacità di osservare cogliendo il positivo e il negativo delle varie situazioni e sarà dunque in grado di intervenire al momento giusto. La figura dell'educatore ricopre un ruolo fondamentale, è una guida, un compagno di giochi: nel Giocodanza l'insegnante spesso partecipa attivamente alla lezione, giocando con i bambini; questo a loro piace molto e li rende più disponibili anche all'accettazione di regole.
E' compito dell'insegnante far capire che affinchè un gioco riesca dobbiamo rispettarne i codici.
L'educatore non è una figura impositiva: si propone, non si impone; il suo ruolo non è pertanto intrusivo.
Egli fornisce degli input, motiva gli allievi con la sua presenza e fa si che essi siano spinti a lavorare con il piacere di fare e con la volontà di realizzare. Non deve inoltre evitare le difficoltà che gli allievi possono incontrare, ma guidarli affinchè trovino da soli la strada per superarle.
Il clima di lavoro deve essere di fiducia e di sicurezza. Fornendo stimoli e proposte, l'insegnante fa in modo che sia il bambino stesso, attraverso l'esplorazione di sè, a conquistare la sua creatività. In tal modo sarà coinvolto in prima persona e la sua partecipazione alla lezione sarà attiva.
La libertà di espressione è importante, ma ciò potrebbe significare anche confusione e approssimazione. Compito dell'educatore è far in modo che i bambini avvertano in tutto ciò che fanno rigore e disciplina, facendo comprendere loro che ci sono delle regole da rispettare.
L'educatore per primo deve provare gioia in quello che fa. Il piacere che i piccoli allievi trasmettono costituisce per gli educatori uno stimolo, un incentivo alla crescita del processo educativo.
L'insegnamento non è un monologo, ma un dialogo che non ha mai fine.
E' compito dell'insegnante far capire che affinchè un gioco riesca dobbiamo rispettarne i codici.
L'educatore non è una figura impositiva: si propone, non si impone; il suo ruolo non è pertanto intrusivo.
Egli fornisce degli input, motiva gli allievi con la sua presenza e fa si che essi siano spinti a lavorare con il piacere di fare e con la volontà di realizzare. Non deve inoltre evitare le difficoltà che gli allievi possono incontrare, ma guidarli affinchè trovino da soli la strada per superarle.
Il clima di lavoro deve essere di fiducia e di sicurezza. Fornendo stimoli e proposte, l'insegnante fa in modo che sia il bambino stesso, attraverso l'esplorazione di sè, a conquistare la sua creatività. In tal modo sarà coinvolto in prima persona e la sua partecipazione alla lezione sarà attiva.
La libertà di espressione è importante, ma ciò potrebbe significare anche confusione e approssimazione. Compito dell'educatore è far in modo che i bambini avvertano in tutto ciò che fanno rigore e disciplina, facendo comprendere loro che ci sono delle regole da rispettare.
L'educatore per primo deve provare gioia in quello che fa. Il piacere che i piccoli allievi trasmettono costituisce per gli educatori uno stimolo, un incentivo alla crescita del processo educativo.
L'insegnamento non è un monologo, ma un dialogo che non ha mai fine.
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